I batteri che vivono negli acari dietro la rosacea

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    articolo completo visualizzabile al seguente link:
    http://www.corriere.it/salute/dermatologia...8e71d5e27.shtml
    LA SCOPERTA
    I batteri che vivono negli acari dietro la rosacea
    La malattia cutanea cronica forse scatenata da un bacillo che vive all’interno di acari, normali coinquilini della nostra pelle

    MILANO - Secondo una recente rassegna pubblicata sulJournal of Medical Microbiology dietro la rosacea, una malattia infiammatoria cronica della pelle, potrebbero esserci alcuni batteri che vivono all’interno di minuscoli acari che risiedono sulla cute. Questa osservazione, fatta da ricercatori della National University of Ireland, potrebbe favorire lo sviluppo di cure più mirate ed efficaci.

    LA MALATTIA – La rosacea è una malattia cutanea comune che colpisce soprattutto guance, naso, fronte e si manifesta con arrossamento, papule, pustole e teleangectasie (capillari superficiali). Col tempo queste manifestazioni, se sottovalutate e non curate, possono peggiorare e causare un ispessimento (ipertrofia) dei tessuti, che a volte diviene particolarmente evidente a livello del naso, che si presenta gonfio e bulboso (rinofima). Non solo, in rari casi si possono avere anche problemi oculari. La rosacea colpisce circa il 3% della popolazione, soprattutto donne con carnagione e capelli chiari nella fascia di età 30-50 anni e questo aspetto, insieme all’assenza di punti neri o punti bianchi (i comedoni), aiuta a distinguerla dall’acne. La terapia di questa condizione si basa soprattutto sul ricorso a diverse tipologie di antibiotici anche se non è stata mai identificata una chiara causa batterica.

    BATTERI E ACARI – Per cercare di capire meglio cosa c’è sotto la rosacea, i ricercatori irlandesi hanno condotto un’attenta analisi degli studi in cui è stato evidenziato il ruolo di microrganismi nello sviluppo della malattia, concludendo che la rosacea potrebbe essere scatenata da batteri che vivono all’interno di minuscoli acari che vivono sulla nostra pelle. La specie di acari in causa è il Demodex folliculorum, un acaro con una forma simile a un piccolo verme che di norma risiede nel follicolo pilosebaceo senza fare danni. Questi piccoli acari, normali coinquilini della pelle del viso, tendono a proliferare man mano che aumenta l’età e che la pelle si danneggia, per esempio in seguito all’esposizione solare. In chi soffre di rosacea, fanno notare gli studiosi irlandesi, il numero di questi piccoli acari è decisamente superiore a quello rilevato in chi non soffre di quella malattia cutanea. Non solo, di recente all’interno degli acari è stato isolato il Bacillus oleronius, un batterio che produce molecole in grado di scatenare una reazione immunitaria in chi soffre di rosacea e che è risultato sensibile ad alcuni degli antibiotici utilizzati per la terapia della malattia. «Il batterio isolato vive all’interno del tratto digestivo dell’acaro con cui instaura una relazione di reciproco beneficio – fa notare Kevin Kavenagh, primo autore della rassegna -. Quando gli acari muoiono, i batteri vengono rilasciati e si infiltrano nei tessuti cutanei circostanti, infiammandoli. Man mano che gli acari aumentano, aumentano anche i batteri, rendendo più probabile lo sviluppo della rosacea. Per questo motivo usare il Bacillus oleroinius come bersaglio potrebbe rivelarsi una strategia utile per curare e prevenire questa condizione. In alternativa, si potrebbe agire direttamente sugli acari e alcune aziende stanno già provando a sviluppare trattamenti mirati che potrebbero rappresentare una rivoluzione nella prevenzione e nella terapia della rosacea, condizione che per molte persone può oltretutto essere dolorosa e imbarazzante».
     
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